“Fatte salvo le conoscenze tecniche, le competenze trasversali, le – soft skills – e l’intelligenza emotiva sono le sole in grado di fare realmente la differenza nel mercato del lavoro e nel mondo della finanza. Il loro sviluppo e l’impatto sulla performance predice l’indice di successo fino al 60%”.
Questo è il quadro che emerge dal World Economic Forum (WEF), che elenca le dieci competenze più richieste nel mondo lavorativo che verrà, a partire dal 2020.
Al crescere della complessità del mondo del lavoro devono crescere anche le competenze di intelligenza emotiva che ci aiutano a comprenderne e gestirne i cambiamenti.
Se vogliamo leader in grado di navigare attraverso le sfide odierne, di innovare e costruire organizzazioni dove le persone crescono dobbiamo equipaggiarli con le skill dell’Intelligenza Emotiva.
Tutte le più recenti ricerche mostrano come sia fondamentale misurare ed allenare queste competenze per accrescere l’efficacia della leadership, la retention ed il clima organizzativo.
Daniel Goleman, nel suo famoso best-seller del 1995, Emotional Intelligence, afferma che le misure convenzionali relative al Quoziente Intellettivo spiegano solamente il 20% del successo nella vita di una persona.
La percentuale varierà a seconda della definizione di successo che verrà considerata, ma la domanda che invece non cambia è:“da cosa è spiegato l’altro 80%?”
Goleman ed altri scienziati dopo anni di ricerca hanno risposto che almeno una grandissima parte di tale percentuale (fino al 60%) è spiegata dall’Intelligenza Emotiva definita come la capacità di comprendere ed utilizzare le informazioni emozionali attraverso una sinergia con la razionalità al fine di prendere bune decisioni e raggiungere obiettivi eccellenti (di lungo periodo e sostenibili per se e per il contesto, nello specifico collaboratori – azienda – mondo).
Un modello particolarmente performante dell’intelligenza Emotiva applicata al Business è quello elaborato da Six Seconds, network mondiale per la misurazione e lo sviluppo dell’IE sul quale si basano tutti i nostri corsi.
Il modello six seconds e le tre aree dell’intelligenza emotiva
SELF AWARENESS – cosa
Essere consapevoli di cosa si prova e di cosa si fà, delle proprie emozioni, dei propri schemi mentali e dei propri bias cognitivi ed emozionali
SELF MANAGEMENT – come
Gestire le emozioni, utilizzare la propria capacità di pensiero per prevedere gli effetti del proprio comportamento e trovare soluzioni alternative restando motivati (comprendendo quali leve motivazionali ci muovono)
SELF DIRECTION – perchè
Mettere in pratica la propria visione e i propri obiettivi per agire secondo uno scopo e con coerenza, costruendo e mantenendo un alto livello di empatia e collaborazione
Tematiche Ricorrenti dei nostri Corsi
Quando proponiamo un corso in una Azienda lo facciamo analizzando a fondo il bisogno formativo e costruendo il progetto ad hoc. Non crediamo nei corsi “a catalogo” così come non crediamo che ogni tipo di formazione sia adatto a tutte le realtà presenti sul mercato e multisfaccetate.
Ci sono quindi dei “temi ricorrenti” che trattiamo nelle nostre esperienze formative declinandoli di volta in volta rispetto al bisogno formativo dei nostri clienti.
Qui sotto alcuni spunti e alcune idee da approfondire (sentiamoci!)….
DEEP IMPACT BRAIN LEADERSHIP
CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE SOFT
GESTIONE DELLE EMOZIONI E DELLO STRESS
COMUNICAZIONE EFFICACE E FEEDBACK
SVILUPPO DEL PENSIERO LATERALE
WELLNESS & WELLBEING AT WORK
Le basi neuroscientifiche su cui si basano i metodi
©EMOTIVA_MENTE INTELLIGENTE
©DRAWING RIGHT PERFORMANCE
©44 ACADEMY
I nostri clienti per la formazione o il coaching
Grazie a:
tutti coloro che guardano agli altri come persone e sono appassionati dell’umanita’,
quelli che offrono un sorriso ogni mattino,
quelli che si prendono la briga di ringraziare,
quelli che non si accontentano della superficialità e cercano il significato,
quelli che hanno il coraggio di mettere in discussione se stessi prima degli altri,
quelli che credono nel cambiamento,
quelli che cercano il cambiamento e lo sostengono,
quelli che hanno fiducia nell’uomo e investono sullo sviluppo delle sue potenzialità,
quelli che giocando con un bimbo e ricevendo una tazza vuota bevono fino all’ultimo goccio!